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Probabilmente, anche scavando a fondo tra i più oscuri devi vostri leciti dubbi, non trovereste altro che voi stessi di fronte a grandi specchi, di quelli incassati in vecchi armadi del settecento, pieni di macchie ma senza graffi. Rischiereste di perdervi nel paradosso dei vostri occhi che fissano le loro cornee e, per non pensarci troppo, aprireste l’armadio per la prima volta dopo l’estate. Rimane soltanto l’odore dei cappotti muffi, odore sgradevole ma sincero, come una voce pacata e costante che vi ricorda che siete vivi. Chi di voi sorriderà dentro il suo eskimo muffito avrà il volto dell’ipocrisia, ma del resto, se la realtà è la muffa, a chi interessa l’onestà? Siamo statue di ghiaccio che si amano tra le fiamme: lacrima dopo lacrima ci consumiamo e quella breve passione è l’unica vera eternità.

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