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La Levicivitina Commedia

Dunque l'ora a cominciare è presta,
pronti ad accoglier di sapienza el lumo.
Ma tosto l'aula senza Sanza resta,

spira nel vento el di lei profumo.
Or presto el passo è in presidenza
mira a sparir come fiamma nel fumo.

ella non vuol calcolata l'assenza,
pur se a Palmira di guardo tristo
non sovvien mai di lei l'essenza.

Innanzi a Iorio ell'è 'nvocare 'l Cristo
si' che mortal chiamata spiri altrove,
qual in baldo qui più non a'ea 'rvisto.

Ma in su sanza el veggio dito move,
ed ella nel sentir giudizio certo
lagrimando nvoca 'l Dio pel nove.

Ma 'l Minotti del derivare esperto
fugace si alza a gridar «m'immolo!»,
si' di Sanza rivo tornò diserto.

Del martir comincia stonato assolo,
passando l'ora nel tracciar funzione
revea 'l sorriso e svanì 'l dolo.

El rintoccar sancisce ricreazione,
tutti propensi a consumare el pasto
svaniron press'un secondo frazione.

El più fesso seduto ultimo armasto,
ben si sa qui non puote aver merenda,
mogio mira classe d'antico fasto.

Adunque mio lettor non si sorprenda
se dell'uno o l'altro si veda el pianto
ma 'mpari qui chi non sa paga ammenda.




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