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Falò

Immensa nube l'oceano scosso
di tumulti d'argento e cinerei vortici,
sussurra violento
agli sguardi chini sul mondo
di chi viaggia e chi si perde,
inseguendo l'infinito vuoto
del silenzio nel vento.

Un grido di gabbiani,
l'occhio incauto verso il sole
che muore,
grani di sabbia tra le dita
intrecciate nel tessuto di sogno,
umido di lacrime,
sui corpi nudi confusi nel tramonto.

Seta impalpabile che ti veste
e ti sveste,
disegnando in un soffio
l'idea segreta,
tua futura memoria,
tra le pieghe leggere
degli incauti pensieri.

Tra le dune il passo freddo e incerto,
legna umida di muschi e funghi
gettata all'ultima fiamma,
il vento tinge di rosso,
sul sale bollente, il respiro
tra le labbra,
vicine e distanti, come il mare.

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