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Strascichi D'Apocalisse - Cap. 2

Stai stai.. stai pure sdraiato sui tuoi pensieri. Ti è scivolata una ciocca di capelli sugli occhi e non te ne sei accorto. Te ne stai sempre nella stessa realtà a fissare il vuoto per immaginarne un'altra, e solo i fiori le accomunano entrambe.
Avevi si e no cinque anni la prima volta che nascondesti i semini della frutta nei vasi della mamma. Stavi le ore a guardare i vasi sperando di cogliere il momento esatto in cui il primo germoglio fosse spuntato; non ci sei mai riuscito. Così come non sei mai riuscito a cogliere il momento esatto in cui la gente cambia, o ad osservare la prima goccia di pioggia. Ma se una cosa l'hai imparata è che prima o poi tutto cambierà, e non sarà mai quando te lo aspetti.
"Il Grand General Rouchet ha dichiarato nella giornata di ieri 23 Aprile che a partire dal 4 Maggio la vendita, l'esposizione ed il possesso di qualunque tipo di fiore, fatta eccezione per le case farmaceutiche ed i laboratori di ricerca, è severamente vietato"
E pensare che avevi smesso di leggere i giornali dal giorno in cui ti accorsi di quanto non fossero liberi... tanto valeva continuare su questa linea se queste devon esser le notizie. Sei un fioraio e apprendere che dovrai rifarti una vita da un giorno all'altro non dev'esser facile.

Suona il telefono.

- Bertrand hai sentito la notizia?
- Si Patrick...
- Cosa pensi di fare? Cavolo non sai quanto mi dispiaccia.
- Non lo so...
- Comunque sappi che su di me puoi contare, sai ci sarebbe un mio amico che forse può trovarti un lavoretto.
- Ti ringrazio, ci penserò. Ora riesco solo a pensare che senza fiori non potrei vivere, e non parlo solo di soldi Patrick.
- Capisco...
- Se capissi Patrick, saresti in lacrime come me, e cavolo dovrebbe esserlo tutta la Francia.
- Beh dai son solo fiori, anche se so che per te sono importanti.
- Oggi tolgono i fiori, domani vorran togliere anche la luna: e che i poeti non abbiano più di che scrivere, e che la gente non abbia più di che pensare...
- Berdtrand sai che è rischioso far certi discorsi per telefono...
- Oramai è diventato rischioso anche innaffiare le mie rose... ma non voglio che te ci vada di mezzo, ti saluto Patrick, e ti ringrazio.
- Ciao Bertrand, e... non fare sciocchezze.

Gli anni a seguire ti sei messo a spacciare rose, hibiscus e ciclamini; e le tue amanti, le coprivi di mimose profumate. Avevi una clientela ampia: sognatrici, poeti e pittori. Pittori che dipingevano fiori e nascondevano le tele; dipingere non per gloria ma per dipingere. Amare non per altro ma per amore. Quando i fiori erano legali li compravano anziane vedove per addobbare i sepolcri delle loro metà scomparse, o uomini di mezz'età per coprirci le loro amanti; qualche sposa di tanto in tanto.

Ora i fiori sono il simbolo della rivolta, non c'è spada tanto affilata come una rosa nel cemento. Tanti piccoli fiori nelle giacche, nei capelli, timidamente nascosti tra le pagine di un libro; come tanti spioncini su un mondo dimenticato. Non sono gli uomini o le parole a fomentare i rivoltosi, ma la nostalgia di un mondo che non hanno mai visto, ma soltanto sbirciato tra i petali e il loro profumo.

I fiorai, come tanti insospettabili partigiani, vendono sogni a coloro cui è stato tolto anche il sonno. A tarda notte nelle vie di periferia, con mazzi di rose nascosti nelle buste dell'immondizia, si svolge un commercio segreto dove i fiori sono scambiati con libri, musica e poesie scritte su pezzi di giornale. Spesso la polizia segreta di Rouchet interviene e allora tutti quanti gettano le prove nei secchioni dell'immondizia e si disperdono nel buio. Per questo le discariche sono presidiate dall'esercito e a guardarle da lontano sono catene montuose di sogni buttati via che si perdono all'orizzonte.

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